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Scripta Nova
REVISTA ELECTRÓNICA DE GEOGRAFÍA Y CIENCIAS SOCIALES
Universidad de Barcelona. ISSN: 1138-9788. Depósito Legal: B. 21.741-98
Vol. VII, núm. 146(048), 1 de agosto de 2003

LA CASA RURALE DELLA PIANURA PADANA SI INTEGRA ALLA CITTA

Giacomo Corna-Pellegrini
Università degli Studi di Milano


Palabras clave:  casa rural, llano de Padua,  organización rural.

Key words:  rural house, paduan plains, rural organization.

In pochi anni, nell'ultimo dopoguerra, sono intervenute nella campagna padana e nelle case rurali in cui essa organizza il suo lavoro e la sua vita, modificazioni rapidissime che hanno trasformato e spesso sconvolto realtà evolute lentamente con il lavoro di secoli. Cosicché, alla osservazione attuale della casa rurale padana se ne evidenziano le antiche tradizioni, maturate in tempi anche lontani e, insieme, le nuove funzioni sovrappostesi alle prime in conseguenza di grandi novità intervenute nel frattempo. Queste sono la perduta supremazia delle produzioni agricole sull'economia del territorio, l'abbandono dei campi da parte degli immigrati urbani, la nuova destinazione abitativa delle antiche sedi rurali per una popolazione la cui attività prevalente si svolge ormai nel settore secondario e terziario delle città.

La casa rurale deve dunque oggi porsi al servizio di una economia profondamente diversa da quella per la quale era stata costruita e, addirittura, di una popolazione extra-agricola del tutto imprevista fino a ieri. Ciò comporta alcuni mutamenti vistosi nello stesso aspetto delle sedi rurali, relativamente omogenee, ancorché insistenti su strutture abitative tradizionali molto varie da zona a zona, come comportava, e in parte ancora comporta, la varietà agronomica dei diversi territori.

Per la realizzazione della produzione agricola si sono resi necessari, in una più ampia dimensione organizzativa, nuovi strumenti tecnici che nel paesaggio agrario padano sono abituali (sebbene talora esteticamente discutibili): sono i silos per la conservazione del foraggio e delle granaglie, le nuove costruzioni per più moderni allevamenti, i magazzini per la custodia delle macchine agricole, ormai ausilio indispensabile ovunque al lavoro dell'uomo, e piccole officine per la loro manutenzione e riparazione.

Altre novità non meno vistose si sono venute manifestando all'intorno delle sedi agricole tradizionali per il mutamento totale del sistema di mobilità territoriale. L'uso dell'automobile, della moto e degli autoveicoli per trasporto merci ha ovunque travolto e fatto ormai dimenticare il traino animale o gli spostamenti a piedi e, ove era il caso, quelli sul corsi d'acqua. Il mezzo di locomozione meccanico percorre molto spesso le stesse vie di traffico costruite per i precedenti mezzi di trasporto, ma il nuovo tipo di utilizzo tende inevitabilmente a trasformarle (l'asfaltatura, l'allargamento della sede stradale, il rinnovo dei ponti e delle altre opere d'arte) quando non impone addirittura la costruzione ex novo di arterie moderne.

Infine, novità cospicue si manifestano nelle sedi rurali per le mutate caratteristiche sociali ed economiche dei loro abitanti. Scomparse quasi ovunque le classi bracciantili di infimo livello economico, è in via di superamento anche lo stridente contrasto tra la povertà delle loro case, un tempo prive sovente dei più elementari servizi igienici, dell'acqua, della luce e qualche volta persino del pavimento, e invece la casa del fattore, del fittavolo o ancor più la villa del padrone, annessa alla cascina.

Se poi le antiche sedi dei braccianti sono divenute abitazione di una popolazione operaia che ogni giorno si reca al lavoro presso l'industria più vicina, il loro aspetto può trasformarsi radicalmente e manifestare una nuova, peculiare diversità. Ognuna di esse tende, infatti, a differenziarsi dalle altre per il colore della facciata, il rinnovo degli infissi, la inclusione di ornamenti personalizzanti: della cascina rimane ormai, in questi casi, solo la struttura di base, mentre per il resto emergono tutti gli elementi caratterizzanti la sua nuova funzione di abitazione (d'affitto o in condominio).

Quanto sì è venuto aggiungendo alle sedi rurali padane, in seguito alle novità sociali ed economiche appena ricordate, non ha però cancellato totalmente l'aspetto delle antiche strutture agricole. Il paesaggio agrario della più grande e fertile pianura italiana, diversificato nelle sue varie zone, propone ancora tutta la varietà, talora addirittura solenne e monumentale, delle sedi di un'agricoltura che è da secoli tra le più fiorenti d'Europa.

Su tutte primeggia, patriarcale ed esemplare, la corte padana, espressione dell'agricoltura più ricca dell'intero territorio, quella che secoli di sapienti opere idrauliche nella pianura irrigua lombarda e piemontese avevano portato al più elevati livelli di produttività nella coltura dei campi e nell'allevamento del bestiame bovino.

Sulle dimore rurali che la diversità dell'ambiente agricolo e la peculiare evoluzione storica nei diversi territori aveva plasmato nei tempi lunghi, sono intervenute, le tempestose novità di una civiltà urbana che negli ultimi decenni ha straordinariamente accelerato il ritmo della sua espansione. Il primo risultato è stato che essa ha sottratto alle campagne grandi quantità di abitanti: dai tempi del superimponibile di manodopera, cui ricorreva la legislazione dell'immediato dopoguerra per fronteggiare il dramma della disoccupazione agricola, si è passati all'allontanamento graduale dalle campagne e poi all'esodo massiccio delle popolazioni rurali verso la città e le grandi aree urbanizzate.

Attraverso questa strada la città ha, per così dire, invaso la campagna. Il paesaggio rurale si è impregnato così, poco a poco, delle novità urbane che i suoi abitanti gli trasmettono.

Nelle dimore rurali è il rinnovo di una facciata, la costruzione di nuovi locali più salubri, accanto a quelli ormai degradati; ma è altresì il diffondersi delle case d'abitazione uni o bifamiliari alla periferia di vecchi borghi agricoli; talora è addirittura la costruzione di moderni stabilimenti non lontano dall'antica cascina. L'omogeneità del paesaggio e la sua stessa estetica ne vengono certamente compromesse.

Si propone così il problema di salvare intatte almeno le testimonianze più belle e significative di un glorioso passato agricolo. La dimora rurale resta infatti l'ultimo anello di congiungimento con quella civiltà contadina che è fiorita per secoli nella Padania, trasmettendo anche agli uomini d'oggi un grande messaggio di laboriosità e di possibilità d'umanizzare la natura, nel rispetto dei suoi equilibri essenziali. La città può integrarsi alla campagna, ma non deve far dimenticare del tutto gli antichi valori di questa.
 

Bibliografía

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© Copyright Giacomo Corna-Pellegrini, 2003
© Copyright Scripta Nova, 2003

 

Ficha bibliográfica:
CORNA-PELLEGRINI, G. La casa rurale della pianura padana si integra alla citta. Scripta Nova. Revista electrónica de geografía y ciencias sociales. Barcelona: Universidad de Barcelona, 1 de agosto de 2003, vol. VII, núm. 146(048). <http://www.ub.es/geocrit/sn/sn-146(048).htm> [ISSN: 1138-9788]

 
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