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Scripta Nova
REVISTA ELECTRÓNICA DE GEOGRAFÍA Y CIENCIAS SOCIALES
Universidad de Barcelona. ISSN: 1138-9788. Depósito Legal: B. 21.741-98
Vol. VI, núm. 119 (4), 1 de agosto de 2002

EL TRABAJO

Número extraordinario dedicado al IV Coloquio Internacional de Geocrítica (Actas del Coloquio)

I LUOGHI DEL LAVORO E DEL CONSUMO, NEL TEMPO

Giacomo Corna - Pellegrini
Università degli Studi di Milano


I luoghi del lavoro e del consumo, nel tempo (Resumo)

Si considera il variare, nel tempo, dei luoghi ove gli uomini lavorano e dove, invece, consumano il reddito prodotto dal loro lavorare. Si constata che presso l’ umanità primitiva le due localizzazioni praticamente si soprapponevano. Col procedere del tempo esse si sono differenziate e allontanate, all’ organizzarsi di civiltà sempre più complesse. L’ avvento delle tecnologie informatiche rimette in discussione queste tendenze. Sembra riaffacciarsi la possibilità di nuove coincidenze tra i luoghi del lavoro e quelli del consumo, con importanti conseguenze sulla geografia del futuro.

Parole chiave: lavoro, consumo, geografia del futuro


El lugar del trabajo y del consumo en el tiempo (Resumen)

Consideramos las variaciones, en el tiempo, del lugar en que los hombres trabajan y, a su vez, el lugar donde consumen el producto de su trabajo.  Se constata que en la humanidad primitiva ambas localizaciones se sobreponían.  Con el paso del tiempo, dichas localizaciones se fueron diferenciando y alejando, al organizarse en sociedad civil crecientemente compleja.  El avance de las tecnologías informáticas ponen en crisis dichas tendencias.  Parece perfilarse la posibilidad de nuevas coinicdencias entre el lugar del trabajo y el del consumo, con importantes consecuencias sobre la geografía del futuro.

Palabras clave: trabajo, consumo geografía del futuro


The places of the job and the consumption, in time (Abstract)

On consider the variations, in the time, of the places where the men works and where, instead, them consume the produce of his work.  It is stated that both localizations were pracatically coincidents in the primitive humanity.  Throughout  the time, they have differed and removed, to organizing a civilization
more and more complex.  The advent of the computer science technologies put in discussion these tendencies.  It seems to emerge the possibility of new coincidences between the places of the job and of consumption, with important consequences on the geography of future.

Key words:  work, consumption, geography of the future


Lavorare e produrre per sopravvivere, per migliorare la qualità del vivere o perché si è obbligati a farlo è una costante nella vita degli uomini. Consumare ciò che si è prodotto o quanto da quel produrre si è potuto ottenere, o almeno riservarsi di farlo in un momento futuro è l’ attività che ogni uomo svolge abitualmente, complementare al produrre. Tuttavia le due azioni non sono solitamente contemporanee, e tanto meno si svolgono negli stessi luoghi. E’ dunque interessante esaminare come, in tempi diversi e anche in situazioni attuali diverse, si conformi la geografia di questi luoghi. Ne potrebbe derivare anche qualche interessante prospettiva sul suo evolversi, dunque sulla stessa vita futura degli uomini nella Terra.

Tra le varie accezioni delle parole, per "lavorare" si deve intendere: "impiegare energie in attività di produzione di beni o servizi". Per "consumare" si può invece ritenere: "usufruire di beni o servizi per soddisfare i propri bisogni".

Prima ancora che per gli uomini, anche per gli animali si pose e si pone il problema di lavorare, per esempio per approvvigionarsi del cibo. Il che veniva e viene risolto mediante la caccia ad altri animali o l’ alimentarsi dalla vegetazione, lungo il proprio cammino. Abitualmente vi è dunque, in questi casi, una coincidenza dei luoghi del lavoro e di quelli del consumo. Anche per la costruzione di tane o rifugi entro cui ripararsi o di nidi entro cui procreare, gli animali consumano nello stesso luogo ciò che hanno costruito, mediante il proprio lavoro. In modo del tutto analogo si sono comportati gli uomini primitivi e quelli che ancor oggi vivono secondo modalità ancestrali (Teillet Roldan, 2000).

Un cambiamento sostanziale si ebbe con la Rivoluzione Agricola del Neolitico. L’ addomesticamento di piante ed animali da parte dell’ uomo ebbe infatti la duplice conseguenza di allontanare nel tempo la gratificazione attesa dal lavoro compiuto per accudire il bestiame ed i campi, ma anche quella di separare più o meno nettamente i luoghi stessi ove si svolgevano i lavori agricoli, da quelli ove si poteva godere del loro risultato, consumando i prodotti del lavoro compiuto (Cavalli Sforza, 1993).

Il distacco tra i due momenti, del produrre e del consumare, si faceva ancora più evidente quando finì (ma non è finita per tutti, ancor oggi) l’ epoca della produzione per l’ autoconsumo. Con l’ avviarsi degli scambi commerciali (dal baratto, all’ uso delle monete come mezzo di scambio), crescevano altresì nuove professionalità, distinte dal procacciamento degli strumenti essenziali alla vita (cibo, vestiti, abitazione). A maggior ragione si separavano i luoghi, ad esempio, delle attività commerciali (talora spesso ambulanti, e solo più tardi stabili), dai luoghi in cui consumare il reddito che quelle attività avevano prodotto (Corna-Pellegrini, 1998).

L’ organizzazione sempre più complessa della vita sociale, conseguente allo svilupparsi delle varie civiltà, secondo le modalità più diverse, accresceva la varietà delle funzioni sociali e delle professioni produttive: difesa della comunità, funzioni amministrative e dirigenziali, funzioni sacrali; nonché tutta la gamma delle attività professionali, connesse all’ articolarsi della vita sociale, in forme progressivamente sempre nuove.

Nelle produzioni di tipo artigianale permaneva spesso, tuttavia, la coincidenza tra luoghi del lavoro e luoghi della vita tout court . L’ artigianato medioevale, ad esempio, (ma anche quello di gran parte dell’ attuale Terzo Mondo) vedevano e vedono coincidere spesso casa e bottega. Molto tempo dopo, la Rivoluzione Industriale ha dilatato a dismisura le novità tecnologiche, sia del produrre che del consumare, separando radicalmente i luoghi più vari del lavoro da quelli, altrettanto vari, ove i redditi dei lavori più diversi vengono consumati. La divisione internazionale del lavoro toccava a questo proposito il suo livello massimo. Con ciò si realizzava altresì, per molti lavoratori, la massima separazione tra i luoghi del produrre e quelli del consumare.

Il rapporto tra spostamenti territoriali e tempo impiegato per realizzarli nella quotidianità attuale è stato studiato a fondo dai geografi svedesi nella Time-Space Geography, soprattutto per impulso di Torsten Hagedrstrand (1967). "Essi sono stati in grado di dimostrare come la crescita delle città, il tipo di lavoro che possiamo accettare di fare, e perfino il partner che possiamo incontrare e sposare, tutto è relazionato al tipo di condizionamenti (…) cui sono soggetti gli esseri umani, in quanto animali circadiani, cioè soggetti al ritmo immutabile della giornata solare" (Haggett, 2001). Naturalmente ciò risulta strettamente legato alla diversa disponibilità di tecnologie di trasporto di cui si dispone.

Analogamente si può dire che nella distanza tra i luoghi del lavoro e quelli del consumo vigono precisi condizionamenti spazio-temporali, legati sia ai caratteri del lavoro e del consumo, sia alle tecnologie di spostamento disponibili per i soggetti interessati. Al loro farsi più efficienti e rapide, sono diventati possibili per un numero crescente di lavoratori anche rapporti tra luoghi di lavoro e luoghi di consumo molto lontani tra loro.

Un caso eclatante di questa separazione si osserva oggi nel fenomeno del turismo di massa. Per antonomasia, nei luoghi del turismo anche il più esotico si spendono (dunque si consumano) redditi percepiti altrove, spesso nelle aree urbane e industriali più ricche e sviluppate. Non vi è dunque, in questo caso, soltanto una separazione temporale tra il momento del lavoro e quello del consumo, ma anche una netta separazione territoriale tra i due fenomeni. La ricerca e il godimento di una attrazione turistica sta anzi, appunto, nel suo collocarsi in luogo diverso (e talora lontanissimo) da quello dove si è svolta l’ attività lavorativa dei turisti (Corna-Pellegrini, 2000).

In modo speculare alla attività del turista si pone, invece, l’ attività del lavoratore emigrante, che cerca il lavoro là ove esso può essere comunque trovato, ed invia alla famiglia, nel luogo di sua abituale residenza, le rimesse del denaro guadagnato. Anche in questo caso, la separazione tra il luogo del lavoro e quello del consumo dei frutti di quella fatica è nettissima.

Più in generale, tutte le volte in cui vi sia un trasferimento di ricchezza da persona a persona o da un gruppo sociale ad un altro, si ripropone una separazione tra i luoghi ove quella ricchezza è stata prodotta e i luoghi in cui essa viene goduta (Formica, 1999). Con i fenomeni più recenti della globalizzazione informatica e, in particolare, di quella finanziaria si è forse giunti all’ aspetto massimo di questo fenomeno, ma paradossalmente, forse anche ad un suo punto di svolta (Auge, 1993; Minca, 1996).

Si intravedono infatti ormai molte professioni che possono svolgersi, proprio in virtù delle connessioni possibili con la rete informatica Internet, direttamente dal proprio domicilio. Addirittura in qualche caso, ad esempio, l’ operatore finanziario sposta milioni di dollari da una parte all’ altra del mondo, sorseggiando una bibita in una piscina dei Caraibi. Con minore brillantezza, ma pari efficacia, molti lavori professionali si svolgono ormai "a domicilio", per non dire dei lavori domestici tradizionali, che sempre a domicilio si sono svolti. In tutte le occasioni siffatte si ricostituisce la primitiva sovrapposizione territoriale del lavoro e di buona parte (almeno) del consumo (Claval, 1984).

In un mondo futuribile (ma già in una certa misura attuale), nel quale gran parte delle attività produttive fossero realizzate con l’ ausilio di macchine, comandate dagli uomini solo a distanza, a mezzo di reti informatiche, si può ipotizzare che i fenomeni di una rinnovata sovrapposizione dei luoghi del lavoro umano a quelli del suo consumo potrebbero moltiplicarsi (Johnston R.J.-Taylor P.J.-Watts M.J., 1995). E’ possibile pensare alla costruzione a distanza di strade e di edifici, alla elaborazione a distanza di nuovi prodotti, pensati da "intelligenze artificiali", alla istruzione a distanza (che già largamente avviene, sia a livello universitario, sia in località lontane da istituti scolastici, ma ad essi collegati via etere), e così via.

Se questi fenomeni si moltiplicheranno, come è probabile, l’ umanità sembrerebbe ritornare quasi inavvertitamente sui suoi passi più antichi, quando la mobilità degli uomini era ancora scarsissima e i luoghi del lavoro coincidevano praticamente con quelli di gran parte della loro vita. Quella parte dell’ umanità che ha raggiunto i traguardi più avanzati della tecnologia sembra dunque ritornare quasi a modelli di comportamento che erano degli uomini primitivi: come un vegliardo che, pur esprimendo in vecchiaia il massimo della sua saggezza ed esperienza, proprio in molti dei suoi atteggiamenti più maturi, delle sue stesse debolezze e delle sue semplicità più spontanee sembra ritornare bambino.

Anche la scienza geografica dovrà allora ripensare i suoi epistemi e i suoi paradigmi interpretativi (Capel, 1987). Per esempio, nelle grandi città la contrapposizione tra quartieri lavorativi (industriali o commerciali) e quartieri residenziali potrebbe venire meno. Forse non muterebbe, invece, il bisogno di alternare i luoghi della vita privata e casalinga con quelli della socializzazione e dell’ incontro all’ esterno di essa, cioè il bisogno delle piazze, dei teatri, delle chiese o degli shopping centers. Molto dipenderà dall’ evolvere delle tecnologie produttive, ma altrettanto sarà legato alla evoluzione dei gusti, delle mode, delle culture e delle ideologie. Sforzarsi di guardare al presente per tentare d’ interpretare anche qualche aspetto di ciò che ci attende nel futuro è forse una sfida che merita d’ essere tentata: magari proprio tentando di capire quali saranno i luoghi del lavoro e del consumo di domani.
 

Bibliografia

AUGÉ, M. Non luoghi. Milano: Eleuthera, 1993.

CAPEL, H. Filosofia e scieza nella geografia contemporanea. Milano: Unicopli, 1987.

CAVALLI SFORZA, I. e F. Chi siamo.La storia della diversità umana. Milano: Mondadori, 1993.

CLAVAL, P., Géographie humaine et économie contemporaine. Paris: PUF, 1984.

CORNA-PELLEGRINI, G. Il mosaico del mondo. Roma: Carocci, 1998.

CORNA-PELLEGRINI, G., Turisti viaggiatori. Per una geografia del turismo sostenibile. Milano: Tramontana, 2000.

HAGERSTRAND, T., Innovation diffusion as a spatial process. University of Chicago Press, 1967.

HAGGETT, P., Geography. A global sinthesys. Prentice. London: Hall, 2001.

FORMICA, C. Lo spazio geoeconomico. Torino: UTET, 1999.

JONSTON, R.J.- Taylor P.J.- Watts M.J. Geographies of global change. Oxford: Blackwell, 1995.

MINCA, C. Spazi effimeri. Cedam, Padova, 1996.
 

© Copyright Giacomo Corna - Pellegrini, 2002
© Copyright Scripta Nova, 2002
 

Ficha bibliográfica

CORNA PELLEGRINI, G. I luoghi del lavoro e del consumo, nel tempo. Scripta Nova, Revista Electrónica de Geografía y Ciencias Sociales, Universidad de Barcelona, Vol. VI, nº 119 (4), 2002.  [ISSN: 1138-9788]  http://www.ub.es/geocrit/sn/sn119-4.htm


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